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Sistema sanitario in crisi, dalla Cisl la proposta in un patto

Costruire un patto per il welfare mettendo al centro la cura della persona e il valore del lavoro.

La FNP Emilia Centrale ha partecipato, con una propria delegazione al convegno a Roma il giorno 14 luglio dove è stato presentato un documento programmatico in 16 punti per il rilancio della sanità.

Un messaggio al Governo, al sistema delle autonomie locali e alla politica perché, sostiene il nostro Segretario Luigi Sbarra, “investire sulla sanità e assicurare il diritto alla cura e alla salute, significa sostenere la ripartenza della crescita economica, sociale e morale del Paese”.

A partire dal 2010 sono stati tagliati 40 miliardi dal Fondo sanitario nazionale. Una sottrazione che ha prodotto enormi criticità nel sistema salute, come l’insufficienza di posti letto ospedalieri e nelle strutture territoriali, l’aumento dei tempi di attesa, lo smantellamento della medicina territoriale, la carenza endemica di infermieri e medici, il blocco delle assunzioni, eccessive esternalizzazioni di servizi.

Una situazione questa che non è più tollerabile anche perché in Italia mancano ancora decine di migliaia di infermieri e OSS, così come mancano nelle strutture decine di migliaia di medici, di cui una buona parte è dentro le università quando potrebbe essere impiegata in corsia.

La situazione è stata causata dal decreto che impedisce ai medici di continuare a collaborare all’interno delle strutture pubbliche.

Si è via via prodotto un indebolimento delle strutture e l’assunzione di questi medici nel privato, strutture nel tempo cresciute per fama ed attrattività.

A nostro avviso quella legge va rivista poiché penalizza la sanità pubblica.

Sono stati ridotti i posti letto anche laddove ve ne era ancora bisogno e chiusi centinaia di ospedali soprattutto nelle zone interne.

L’iniziativa della Cisl, organizzata insieme alle categorie Cisl Fnp, Cisl Fp e Cisl Medici, ha messo in evidenza la necessità di ridisegnare, tutti insieme, il nostro sistema sanitario e riprogettare il servizio su nuove basi culturali, perché la salute e la sicurezza dei cittadini e degli operatori del settore sono beni primari che non si possono svalutare e perdere.

La sanità va curata attraverso diversi interventi tra cui: maggiori investimenti, stabilizzazione del precariato, superamento dei tempi di attesa, assunzione di nuovo personale, rinnovo dei contratti e poi, ancora, forti interventi sulla medicina territoriale di prossimità per integrare i servizi socio-sanitari assistenziali puntando alla domiciliarità, alla prevenzione, alla telemedicina.

“Dopo la drammatica emergenza pandemica ci saremmo aspettati forti investimenti per la sanità pubblica, mentre il Def 2023 prevede una riduzione della spesa sanitaria nonostante gli elementi di complessità davanti agli occhi di tutti. Infatti, nonostante il crescente finanziamento del Ssn in questi anni, nel Def 2023 si prevede una decrescita della spesa sanitaria che passerà dal 6,7% del Pil nel 2023 al 6,2% nel 2025”. Per la Cisl “basterebbe intervenire con una seria lotta all’evasione per adeguare il finanziamento per il Ssn cercando di recuperare parte dei 100 miliardi di evasione fiscale”.

Un totale di circa 60 miliardi di cui una buona parte deve essere investita in sanità pubblica.

A livello regionale occorre un forte impegno per un piano di abbattimento dei tempi di attesa con finanziamenti adeguati ben oltre quanto fatto fino ad ora.

A tal proposito, la Cisl Emilia Centrale chiede un confronto con la direzione dell’AUSL  per aprire un ragionamento circa quanto sta accadendo rispetto ad agende bloccate, tempi biblici per le prestazioni di diagnostica ed interventi programmati, la difficoltà della presa in carico delle cronicità.

Nella nostra Regione stiamo altresì assistendo alla riorganizzazione dell’emergenza- urgenza. Pur condividendo il fine di tale processo, stiamo manifestando, a tutti i livelli, una forte preoccupazione in termini di mancanza di risorse, scarsità di personale e il necessario coinvolgimento delle parti sociali rispetto alle scelte da mettere in campo per la nostra sanità del futuro.

Nella consapevolezza che i cittadini non trovando risposte adeguate spesso si riversano sui pronto soccorso, dobbiamo ragionare su strategie condivise per avviare una campagna di sensibilizzazione ed informazione circa le trasformazioni in atto, poiché fenomeni di violenza verso i medici ed operatori ci restituiscono la fotografia di un clima infuocato su quello che era uno dei fiori all’occhiello dell’Emilia Romagna.

Siamo altresì impegnati nel richiedere ed ottenere risorse per la non autosufficienza, risorse indispensabili per le famiglie messe così duramente in difficoltà di fronte alle esigenze ed i costi derivanti dal lavoro di cura e dall’assistenza ai familiari disabili e non autosufficienti.