NON SIAMO UN BANCOMAT. ORA UN PATTO PER LA CRESCITA
Si scrive Fnp Cisl, all’anagrafe sono censiti come pensionati.
Nella realtà è un gruppo straordinario di donne e uomini che hanno scelto di continuare a servire le loro comunità.
Informando, partecipando, promuovendo quanto di più caro abbia la vera cultura sindacale della Cisl: il confronto sociale con responsabilità, per costruire un patto tra generazioni e far crescere tutto il Paese. Non solo una categoria. Perché così si risponde alla “demagogia e alla confusione”.
Nel territorio di Modena e Reggio Emilia, in cui opera la Fnp Cisl Emilia Centrale guidata dal segretario Adelmo Lasagni, parliamo di oltre 43 mila iscritti. Una forza enorme, fatta di esperienza, passione e una capacità di analisi davvero fuori dal comune.
LA CARICA DEI 43.000 ISCRITTI, TUTTO ESAURITO A FIORANO
BARBOLINI ELETTA IN SEGRETERIA FNP
Gli uomini e le donne Fnp Emilia Centrale si sono riuniti il 9 novembre a Fiorano per il consiglio generale della categoria, nel salone del Pellegrino, a due passi dall’imponente santuario della Beata Vergine del Castello.
Accolti dai vertici di Fnp – il segretario regionale Roberto Pezzani, Lasagni e il segretario nazionale Girolamo Di Matteo – e della segreteria confederale: Rosamaria Papaleo (segretaria generale) e Andrea Sirianni.
E riuniti per accogliere Silvana Barbolini nella segreteria Fnp di Modena e Reggio: sassolese, 40 anni di lavoro in linea nelle fabbriche ceramiche, un’energia inestinguibile e una chioma bianca colorata con un piccolo tocco di rosa. Prende il posto di Rossana Boni, in Cisl dal 1984, una eleganza che va di pari passo con la determinazione. A lei la sala dedica un lungo applauso, “perché Rossana è una colonna della Cisl e questo è il minimo”.
Analizzano lo scenario nazionale e internazionale, citano il governatore della Banca centrale americana e passano in controluce la manovra finanziaria del Governo.
Con le sue luci e le ombre evidenziate dal segretario nazionale Cisl Luigi Sbarra.
Un evento da tutto esaurito, aperto dalla relazione del segretario Lasagni, capace di stendere un filo narrativo percorso dalla necessità di costruire un patto tra generazioni per affrontare i grandi nodi del nostro tempo: immigrazione, pensioni, lavoro precario, accesso ai grandi diritti universali. Sanità in primis. Tutti temi che l’economista Alberto Berrini mette a fuoco con una formula efficace: «Non possiamo avere 3 mila miliardi di debito pubblico e tollerare 100 miliardi di evasione fiscale. Non possiamo accettare le corporazioni che stanno schiacciando l’Italia».
ALL’ITALIA E ALLE FAMIGLIE SERVE LAVORO
Si riparta dal diritto al futuro che qui e ora si chiama diritto al lavoro.
«Lo ribadiamo da pensionati. Quello che serve al nostro Paese è il lavoro, destinando risorse agli investimenti capaci di generare lavoro sicuro», di affrontare in modo innovativo il nodo dell’immigrazione e di mettere al centro la grande questione dell’occupazione e della tutela delle donne da ogni forma di violenza.
Un messaggio tosto, lanciato a pochi giorni dal 25 novembre, quando Cisl sarà a Roma per mettere in piazza tutto quello che serve per correggere la manovra del Governo. Una data scelta per ribadire il legame fortissimo tra lavoro e donne, in un Paese dove il 75% delle donne che scelgono un part time lo fanno perché sono costrette a gestire il carico familiare. Bambini e anziani.
3.000 EURO AL MESE PER UNA CASA PROTETTA
DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZA AL PALO
Adelmo Lasagni va dritto al punto: la manovra preoccupa. «Le pensioni non sono un regalo. Sono un salario differito pagato con i contributi versati dai lavoratori. Deve finire la pratica ingiusta di usare i pensionati come un bancomat ogni volta che si aprono falle nei conti pubblici». Gli obiettivi sono due: «Separare la previdenza dall’assistenza e ottenere la rivalutazione delle pensioni: rappresenta il contratto di lavoro dei pensionati». Applausi in sala, raddoppiati quando Lasagni apre il grande capitolo delle famiglie e delle loro difficoltà, sospese tra welfare e lavoro che traballano. «Il costo della disabilità e della non autosufficienza è scaricato sulle spalle delle famiglie. Dopo due anni mancano ancora i decreti per sbloccare il fondo specifico. Ma non solo: mentre le risorse sono ferme e le famiglie pagano anche 3 mila euro al mese per una casa residenza anziani, il Governo ha preso 350 milioni destinandoli per fare altro».
CASE PROTETTE, REGIONE PENSA AD AUMENTO DI 165 EURO AL MESE? NO, GRAZIE
Un tema enorme per un Paese come l’Italia che è il secondo più longevo al mondo nel quale ci sono 3,8 milioni di non autosufficienti, un milione di badanti e 7 milioni di familiari che curano ogni giorno i loro congiunti. Ecco perché Fnp Cisl chiede «maggiore detraibilità delle spese per l’assistenza personale. Una misura capace di far emergere il nero» che ammorba, ad esempio, il mercato delle badanti.
Ed ecco perché viene bocciata la proposta avanzata in Regione di «innalzare di 5,50 euro al giorno le rette degli anziani ospiti con posti accreditati nelle case residenze anziani»